Paura di perdere il lavoro? Come prepararsi alla catastrofe

In questo articolo proverò a raccontarti cosa ho fatto per superare la crisi economica che ha colpito la società in cui lavoravo e le contromisure che ho preso per non farmi schiacciare dalla paura di perdere il lavoro.

In esso troverai alcuni consigli pratici per capire se ti trovi nella mia stessa situazione, se la tua paura di perdere il lavoro è reale e cosa puoi fare per affrontare una lettera di licenziamento da parte del datore di lavoro.

Sarò sincero con te.

Negli ultimi due anni ho affrontato una grave crisi aziendale e ogni giorno tornavo a casa con la paura di perdere il lavoro di lì a poco tempo.

I consigli che sto per darti sono frutto di tutti gli errori che ho commesso durante questo periodo difficile.

Se li seguirai, però, potrai organizzarti prima della catastrofe e azionare un vero e proprio piano anticrisi.

Bene. Mi sembra di aver messo un bel po’ di carne al fuoco.

Se vuoi andare dritto al punto, qui sotto trovi un indice dei contenuti.

INDICE

Sei pronto? Cominciamo…

Paura di perdere il lavoro: timore fondato o immaginazione?

Partiamo da un presupposto.

La paura di perdere il posto di lavoro, l’ansia di non riuscire a trovare un’occupazione stabile, di non essere più in grado di pagare le tasse e di mantenere la famiglia, purtroppo sono le principali cause di stress degli italiani.

Nel secolo in cui è stata legalizzata la schiavitù del lavoro con assunzioni a contratto a tempo determinato della durata di qualche settimana, c’è poco da stare tranquilli e non potrebbe essere diversamente.

Ma allora come affrontare l’ansia generata dalla perdita del lavoro in un contesto in cui il benessere psicofisico dell’individuo è messo già a dura prova?

Se ripenso agli ultimi due anni, ho vissuto l’aggravarsi della crisi aziendale passando dalla cassa integrazione in deroga, alla riduzione di orario e infine alla riduzione di stipendio senza avere alcuna sicurezza su ciò che mi sarebbe successo di lì a poco.

Mi accorgo solo ora di quanto sono stato stupido a sottovalutare i segni premonitori della crisi e ad aspettare che la situazione diventasse insostenibile.

Eppure sono stati davvero tanti i momenti in cui potevo fermarmi, capire dove stavamo andando e dire “Adesso basta. Devo trovare un altro lavoro”.

Invece ho assistito prima ad una contrazione delle commesse, poi il nostro datore di lavoro ci ha chiesto una riduzione di orario e di stipendio, poi sono arrivate le dimissioni di chi ha trovato un lavoro più sicuro.

Alla fine sono state prese misure drastiche come la cassa integrazione per cercare di salvare il salvabile, ma era troppo tardi.

Tutto quello che mi è capitato, però, può aiutarti a capire una cosa.

Se ancora non hai vissuto nulla di quanto di ho raccontato finora, forse la tua ansia per il posto di lavoro è solo indiziaria e hai un po’ di tempo per organizzarti.

Quali sono le domande da fare per capire se la paura di perdere il lavoro è reale?

Valutiamo la situazione.

Non puoi restare fermo ad aspettare che qualcuno ti venga a dire come stanno davvero le cose. Devi iniziare a guardarti intorno e a drizzare le orecchie nella giusta direzione.

Ecco una lista (non esaustiva) delle domande che puoi farti per capire se quello che ti sta frullando per la testa è frutto della tua immaginazione o se non c’è più da stare tranquilli:

  • La tua azienda è economicamente sana?
  • Il carico di lavoro è diminuito negli ultimi tempi?
  • Di recente ci sono stati cambi nel management o nella politica aziendale?
  • Il tuo capo è nervoso e si arrabbia più spesso del solito?
  • Ti senti messo da parte?
  • Sono state fatte altre assunzioni nel tuo stesso settore?
  • C’è una ragione specifica per cui rischi il licenziamento (per esempio una nota disciplinare)?

Hai degli indizi per rispondere a queste domande?

Se non sai da dove cominciare il mio consiglio è di parlare con i colleghi con cui sei più in confidenza, e meglio ancora se sono in amministrazione.

Ragionieri e contabili sono i primi a sapere se l’azienda non paga i fornitori, ritarda il versamento dei contributi, è costretta a rateizzare le imposte.

Sono i primi a cui devi chiedere.

Fatto ciò, probabilmente se c’è qualcosa che non va, non sarai il solo ad essersene accorto. In questo caso anche gli altri colleghi possono darti una mano a trovare tracce della crisi.

Nonostante tutte queste domande in giro non hai ancora trovato niente di concreto?

Buon per te. 🙂

E’ possibile che la paura di perdere il lavoro sia solo frutto della tua immaginazione.

A questo punto la domanda che potresti farmi è se ha senso fasciarsi la testa prima del tempo.

Anche se non hai trovato forti indizi a supporto dei tuoi presentimenti, non poi permetterti il lusso di pensare che la tua preoccupazione sia un malessere temporaneo o che passerà da sola.

Il rischio è che la tua insicurezza possa alimentare un circolo vizioso di ansia e preoccupazione.

Perciò, se sei in una situazione di precarietà e non ti senti a tuo agio sul posto di lavoro, devi prendere tutte le contromisure per mantenere il controllo ed evitare di cadere in depressione.

problemi sul lavoro

Cosa succede se la paura di perdere il lavoro prende il sopravvento?

Nell’esatto momento in cui la tua mente avrà deciso che il timore di perdere il lavoro è fondato e che rischi di rimanere a casa da un momento all’altro, tutti i tuoi comportamenti saranno indirizzati, senza volerlo, a confermare le tue supposizioni.

Non importa se è vero o no. Il tuo cervello lo renderà reale.

Non ci credi?

Purtroppo non lo dico tanto per dire. Te lo posso raccontare…

Lavoravo a pieno ritmo in ufficio. Non c’erano segni particolari che mi facessero pensare che le cose stessero andando male.

Senza una spiegazione ufficiale, mi comunicarono che avremmo avuto un ritardo nel pagamento dello stipendio.

Se ci penso adesso non è una grande notizia.

Può succedere a volte di dover posticipare il pagamento degli stipendi di una o due settimane in base al flusso finanziario dell’impresa, specie se non è una multinazionale e le entrate sono molto variabili.

Eppure su di me e sui miei colleghi fu come aver sganciato una bomba atomica.

Per un paio di giorni rimasi intontito, con le cose da fare che si accumulavano sulla scrivania mentre cercavo conforto nelle parole dei colleghi.

Non dissi nulla a casa.

Mi chiusi in me stesso e iniziai a vedere tutti gli aspetti negativi del lavoro. Persi interesse in quello che facevo, il motto divenne tirare avanti alla giornata fino al fatidico pagamento.

Per fortuna in quella circostanza tutto rientrò nella normalità in un paio di settimane.

Ma cosa sarebbe successo se la situazione non si fosse stabilizzata in poco tempo?

Un semplice ritardo può rallentare la tua capacità produttiva e creare una sensazione di impotenza e di mancanza di autostima.

Non solo.

Conferma la tua paura che la crisi economica sta colpendo l’azienda per cui lavori. Inconsciamente l’unica cosa che il tuo cervello pensa in questi momenti è solo a mettersi in salvo.

Daltronde come puoi mantenere la tua famiglia e sostenere il tuo stile di vita se perdi il lavoro?

La risposta è ovvia e l’istinto di sopravvivenza ha il sopravvento su ogni altra cosa.

Se l’azienda è destinata a fallire, tanto vale interrompere definitivamente ogni tentativo di risolvere i problemi e cercare un’alternativa finché si può, giusto?

Purtroppo però, così ti ritrovi a compilare il tuo curriculum in orario di lavoro, ad assentarti più spesso per fare qualche colloquio, preservando le energie per un lavoretto extra da fare la sera quando torni a casa.

Ti rivedi anche tu in questa descrizione?

Allora prima di farti licenziare, forse è il caso di riprendere il controllo della situazione!

Come evitare che la paura di perdere il lavoro ti faccia licenziare

Quanto credi che ci metterà il tuo capo a capire che non pensi più all’azienda e che non rendi al 100%?

Quante scartoffie devono accumularsi sulla tua scrivania prima che i clienti cambino fornitore o che la tua azienda sia costretta a ridurre il numero delle commesse perché non riesce più a smaltire il lavoro arretrato?

Il solo timore di perdere il lavoro può gettare chiunque nello sconforto più totale e attivare un circolo vizioso da cui è difficile uscire.

Se vuoi continuare ad avere un rendimento che sia in linea con le tue aspettative e mantenere il posto di lavoro, perciò, non puoi lasciare che la paura prenda il sopravvento.

L’unica cosa da fare è liberarsi della paura e lavorare insieme ai tuoi colleghi per far riprendere l’azienda.

Lo so. Detta così sembra facile, ma ti assicuro che non lo è.

Essere consapevole dell’esistenza di questi meccanismi psicologici può aiutarti a riconoscerli appena si manifestano e può aiutarti ad indirizzare le tue energie nella giusta direzione.

Come affrontare la paura di perdere il lavoro?

La cosa più importante è contestualizzare la tua paura.

Se durante le tue ricerche non sei riuscito a trovare dei motivi concreti per cui il tuo posto di lavoro è a rischio, forse la fonte della tua paura risiede altrove.

Prova a farti queste domande.

  • Ci sono esperienze passate che potrebbero influenzare irrazionalmente il tuo stato emotivo?
  • Per esempio, hai già vissuto in prima persona o tramite l’esperienza di familiari ed amici una situazione di crisi economica?
  • Hai subito un licenziamento in tronco in passato?
  • Hai amici che hanno vissuto momenti di depressione per la perdita del lavoro?
  • Credi che una licenziamento possa mettere in discussione quello che hai costruito finora in famiglia?

Fare un’analisi completa dei motivi che causano il tuo malessere psicofisico e che ti spingono a dubitare delle tue capacità non è alla portata di tutti.

Se il tuo malessere persiste anche se non ci sono motivi razionalmente validi, potresti avere bisogno del sostegno di uno psicologo durante il tuo percorso.

In ogni caso, voglio condividere con te quello che ho imparato dalla mia vicenda personale:

  • Non lasciare che la paura di essere licenziato ti paralizzi e ti impedisca di dare il massimo.
  • Accetta le critiche del tuo datore di lavoro se sono ben argomentate e reali e cerca di migliorare dai tuoi errori. Potresti così recuperare la sua fiducia e tornare sulla cresta dell’onda.
  • Medita. Vai a correre. Trovati un hobby. In altre parole, trova qualcosa che riesca a svagarti e ti aiuti a liberare la mente dallo stress lavorativo, in modo da lasciare fuori dalla porta di casa la paura di essere licenziato. Io ho imparato a giocare a scacchi, ho creato questo blog e ho fatto centinaia di altre cose. Funziona.

Cosa fare se la paura di perdere il lavoro è reale?

Finora ti ho aiutato ad analizzare il caso in cui tutti i tuoi dubbi sono solo indiziari, non trovano riscontro nella realtà o sono dovuti ad altri fattori esterni al posto di lavoro.

Purtroppo, però, non sempre sarà così. In alcune circostanze la paura di essere licenziato è reale, proprio come è successo nel mio caso.

Come puoi facilmente immaginare, se la situazione è questa non c’è molto da pensarci su.

Bisogna limitare i danni finché si è in tempo e farsi trovare pronti per cogliere le nuove opportunità.

Perciò, se pensi che la tua azienda ti stia manipolando, che sia sull’orlo della bancarotta o semplicemente ti accorgi che non rientri più nei piani aziendali, ti conviene iniziare a cercare un nuovo posto di lavoro sin da subito.

Questo non significa ovviamente che ti devi far licenziare da un giorno all’altro, che devi lamentarti della situazione con i tuoi colleghi o che puoi toglierti tutti i sassolini dalla scarpa.

Parla con il tuo superiore. Fissa una riunione privata e raccontagli quali sono le tue preoccupazioni. Spiegagli che ci tieni a continuare a lavorare per l’azienda ma chiedigli di essere chiaro circa il tuo futuro.

  • Che prospettive ci sono da qui ad un anno? E a tre anni da ora?
  • Devo cominciare a cercare lavoro?
  • Posso rendermi utile in qualche modo per superare questo momento di difficoltà?

Probabilmente se non ci sono motivi di essere preoccupati basterà questa semplice chiacchierata per tranquillizzarti.

Ma se effettivamente c’è una crisi economica in atto, puoi sfruttare questa occasione per mettere le cose in chiaro con il tuo datore di lavoro e prepararlo alle azioni che intendi portare avanti se la situazione continua a peggiorare.

L’idea di fondo è fargli capire che sei stato un dipendente leale finora, ma non puoi restare nel limbo per troppo tempo. Sei tu il primo che deve pensare a te stesso e alla tua famiglia prima che sia troppo tardi.

Se il tuo datore di lavoro non riesce a trasmetterti la sicurezza che cerchi e non ha una visione del futuro è arrivato il momento di prepararsi a cambiare lavoro.

Come prepararsi ad un licenziamento

In un modo o nell’altro ti sei reso conto che il tuo posto di lavoro è a rischio, l’azienda è in piena crisi economica e i tuoi colleghi sono sul punto di abbandonare la nave.

Nonostante questo, a differenza di quanto puoi immaginare, il fallimento dell’azienda è ancora lontano e ci vorranno mesi (se non anni) per giungere ad una conclusione della vicenda.

Pensa solo che il datore di lavoro deve dare un preavviso di licenziamento ai dipendente che varia dalle due settimane ai 6 mesi di tempo in funzione dell’anzianità all’interno dell’azienda.

Se non lo ha ancora fatto questo ti da un po’ di ossigeno prima che la situazione precipiti, ma non puoi certo restare fermo ad aspettare.

Se c’è una cosa che ho imparato dalla mia brutta esperienza è che ogni occasione persa sperando che tutto si risolva per il meglio, è un’occasione che non tornerà più. Devi darti una mossa.

Se sei arrivato a questo punto di seguito trovi le cose da fare che non puoi più rimandare.

Cerca attivamente lavoro

Aggiorna il tuo curriculum con le esperienze maturate presso il tuo attuale posto di lavoro e inizia ad inoltrarlo con discrezione ad altre aziende. Meno persone all’interno del tuo ufficio sanno quello che stai facendo meglio è.

Non devi escludere i tuoi amici più stretti dai tuoi progetti, ma tieni presente che la concorrenza potrebbe essere seduta una scrivania accanto alla tua. Quindi attento a non parlare con le persone sbagliate.

In questa fase una delle cose che può tornarti utile è avere delle referenze. Se ancora non ci hai pensato non è troppo tardi per rimediare.

Prima di lasciare il lavoro, perciò, assicurati di ricontattare tutte le persone con cui hai lavorato in passato che possono confermare la tua etica lavorativa.

Cerca di mantenere i rapporti con loro anche dopo il licenziamento in modo che si ricordino di te e non abbiano dubbi nell’elogiare le tue qualità se verranno chiamate da un possibile datore di lavoro interessato a te.

TFR, NASpI, sussidi per i disoccupati. 

Prima che ti arrivi a casa la lettera di licenziamento, devi essere preparato a tutto quello che ti succederà nei mesi successivi.

Avere ben chiaro tempi e modalità di erogazione degli ultimi stipendi e di quanto ti spetta ti aiuterà a mantenere la calma nel momento in cui ogni certezza viene meno.

Perciò, per prima cosa leggi bene le clausole previste dal tuo contratto di lavoro.

E’ prevista un’indennità di fine rapporto o TFR?

L’ammontare del TFR varia da dipendente a dipendente a seconda dello stipendio, del tipo di contratto e dell’anzianità. Perciò fai fare una simulazione usando l’ultima busta paga a tua disposizione. Non sarà preciso al centesimo ma ti farai un’idea.

Ti ricordo che con un contratto da dipendente, potresti avere diritto ad un sussidio per i disoccupati. Suppongo che tu abbia già sentito parlare di NASpI.

Per i più disattenti la NASpI è la Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego entrata in vigore dopo il Jobs Act e spetta a tutti i lavoratori dipendenti che abbiano versato i contributi  per almeno 13 settimane negli ultimi 4 anni. Non è il solo requisito da soddisfare perciò assicurati insieme al tuo consulente di essere in regola.

Attento!

Non dare le dimissioni perchè ti senti senza via d’uscita o per risparmiarti l’umiliazione di essere licenziato. Se lasci il lavoro senza un motivo valido per farlo, rischi di perdere ogni diritto ad un sussidio.

Pensa al licenziamento come un’opportunità

La prima cosa a cui ho pensato quando sono rimasto senza lavoro è stata “Come farò a pagare l’affitto? Come potrò mantenere la mia famiglia senza stipendio?”

Credo che fare questi ragionamenti sia comune a tutte le persone che subiscono il licenziamento.

Tendiamo ad associare alla fine di un rapporto di lavoro molte altre cose che non c’entrano nulla con quanto ci sta succedendo:

  • la fine dell’equilibrio familiare che abbiamo costruito con fatica negli anni;
  • la fine delle nostre possibilità lavorative future;
  • il futuro dei nostri figli in pericolo.

Quello che dovresti pensare, invece, è che non hai nessuna colpa se sei stato licenziato, non hai nessuna colpa se l’azienda non ha i soldi per pagare gli stipendi.

La crisi che stai vivendo non riguarda te come persona, non distrugge tutto quello che hai costruito negli anni.

Avere fiducia nel futuro

Ogni crisi ha una fine. La crisi del ‘29 è finita, così come la crisi dell’Argentina e la crisi dei mutui del 2008.

Finirà anche questo brutto periodo.

Se c’è una frase che si sente oggi dovunque è che non c’è momento storico migliore per cambiare vita e darsi nuovi obiettivi professionali. Ne sono convinto anche io.

Perciò è inutile perdere tempo a disperarsi. Pensa al licenziamento come ad un’opportunità e cerca di raggiungere finalmente i tuoi (veri) obiettivi.

Scopri te stesso.

Liberati dallo stress che hai accumulato negli anni e focalizza la tua attenzione su quello che conta davvero per te.

Cosa ti piace fare? Chi sono le persone importanti nella tua vita?

Adesso hai un sacco di tempo libero e puoi dedicarlo a quello che ti rende davvero felice. Non sprecarlo facendo cose che non ti interessano sul serio.

Migliora il tuo stile di vita.

Lavorare in un ambiente stressante logora corpo e spirito.

Sfrutta al meglio questa pausa per ricaricare le batterie fisiche e mentali ed essere pronto a ripartire nel più breve tempo possibile.

Fai sport e adotta un’alimentazione sana. Dormi tanto.

Fai nuove esperienze, coltiva un hobby a cui non hai mai potuto dedicarti per mancanza di tempo.

Dedica del tempo alla tua famiglia.

Una persona ossessionata dal lavoro rischia di dimenticare ciò che conta davvero nella vita. Da disoccupato trascorrerai molto più tempo insieme ai tuoi cari. Con il loro aiuto riuscirai a superare questo momento di difficoltà.

Fissa degli obiettivi.

Per anni sei rimasto seduto dietro la stessa scrivania, oppure hai svolto le stesse mansioni senza prospettiva. Gli obiettivi che avevi 10 anni fa sono cambiati o non ci sono più.

Ne hai fissati di nuovi? Oppure ti sei adagiato su quello che avevi?

Ora che sei libero di pensare a te stesso, puoi ridefinire le priorità della tua vita.

  • Come ti vedi da qui a 5 anni?
  • Qual è il tuo desiderio più grande e cosa puoi fare oggi per avvicinarti alla sua realizzazione?

Rispondere a queste domande non è semplice. Se riuscirai a farlo sarai un passo più vicino alla fine del percorso che ti permetterà di superare la crisi economica e di capire chi sei e quali sono i tuoi obiettivi.

Essere licenziati è il punto di partenza.

Se pensi di essere pronto per iniziare questo percorso sono qui per aiutarti.

Leggi il mio prossimo articolo.

P.S. Questo articolo mi è costato decine di ore di lavoro e ti sono davvero grato per essere arrivato fino a fine lettura. Spero ti sia piaciuto. Se vuoi farmi un regalo condividilo sulla bacheca di un tuo amico a cui può servire una mano.

A presto, Riccardo

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